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Negli anni ottanta gli amici più evoluti fotograficamente compievano già delle elaborazioni sia su carta fotografica a colori e sia con le diapositive. Gli effetti che ne uscivano erano accattivanti ed interessanti. Grazie ai consigli dell’amico Pietro Urso, anch’io mi sono cimentato a compiere delle elaborazioni con le diapositive.
La tecnica non era difficile, ma richiedeva grande pazienza!
Al momento dello scatto si dovevano preferire soggetti con colori sgargianti; una volta sviluppata la diapositiva, si doveva fare un negativo della stessa con la pellicola light (pellicola ad alto contrasto in b/n) e lo stesso si applicava alla diapositiva a modo di sandwich. Spesso, alcune maschere, in base al soggetto dovevano essere “sbiancate” perché il bianco e il giallo diventavano neri. Per far ciò utilizzavamo un pennellino che ci permetteva di eseguire una “scontornatura”, della parte interessata, con un prodotto che si usava in camera oscura, il Ferrocianuro, o con della semplice candeggina fino a quando si otteneva l’effetto desiderato.
Non era semplice perché nonostante si lavorasse con una lente d’ingrandimento, era facile sbagliare… quante serate!!!
Qualora ce ne fosse bisogno, il fotografo da sempre ha manipolato le immagini…