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E' uscito in libreria "Un'autentica bugia. La fotografia, il vero, il falso"
di Michele Smargiassi, per Contrasto.
"Personalmente ho da sempre evidenziato nei miei articoli
la necessità di operare un distinguo
tra fotografia, immagine ed icona,
che sono 3 entità distinte e separate,
con un diverso impatto sociale e psicologico
su che le realizza e su chi ne fruisce."
Luca Pagni
Michele Smargiassi attrae il lettore fin dall'indice delle sue 318 pagine,
dichiarando provocatoriamente che "Per sua natura la fotografia non può che mentire"
e così intitolando i capitoli del libro:
La tentazione dei numeri cangianti, Margarina per burro: l'indecisa verità, Il sonno dell'emulsione genera mostri,
Postumi della sbornia: le contromisure, Quando la fotografia mente, Vedo, ma cosa vedo?, Il boulevard nello specchio,
A cavallo di un'ambiguità, Il dogma del referente, Il paradigma dell'impronta, Quando l'abito fa il monaco, Quanto la fotografia mente, Tra Ulisse e Giuda, Gli inganni del bello, La verità che aiuta a mentire, Come la fotografia mente, Il soprabito in guardaroba, Bugie prima dello scatto, Bugie durante lo scatto, Bugie dopo lo scatto, Bugie del mostrare, Bugie del guardare, Perché la fotografia mente, Il piacere della bugia, La bugia interessata, La bugia onesta, A cosa serve (ancora) la fotografia, Una bugia autentica, Primo: riconoscere le bugie, Secondo: non creare altre bugie, Terzo: usare bene le bugie, Quarto: cercare ogni frammento di verità,Quinto: misurare la verità, Sesto: contrattare la verità,Conclusioni (altrui), Bibliografia e sitografia, Didascalie.
Ho chiesto all'autore di raccontarci la genesi di questo libro
Le genesi del libro è spiegata nella premessa...
di fatto era una conferenza su fotografia e manipolazione digitale,
una conferenza con proiezione di molte immagini,
che mi fu commissionata da un amico grande fotografo e artista, Franco Vaccari.
Sollecitato da alcuni amici, cominciai a replicare qua e là tra festival fotografici, università, circoli, corsi e scuole, fino a capitare a Forma (Milano), dove Alessandra Mauro e Roberto Koch presero sul serio la mia idea di farne un libro: ed ecco qua.
Qual'era il pensiero che voleva diffondere con questa pubblicazione ?
La prima idea era: fastidio per il manicheismo analogico-digitale,
ma anche per la strana convergenza tra nostalgici dell'innocenza analogica
ed entusiasti della duttilità digitale.
Ha letto la contradittoria storia della foto "Il miliziano che cade" di Robert Capa ?
Avrai visto la spiegazione "definitiva" di Whelan nel catalogo della mostra su Capa a Milano.
Ho chiesto a Nino Migliori, fotografo di commentare questo testo per Photographers.it
Questo il suo schietto parere:
<< Nell’attuale mutamento epocale della fotografia - in realtà uno dei tanti passaggi che nei suoi relativamente pochi anni di vita ha compiuto, ma che ci coinvolge più appassionatamente - Un’autentica bugia di Michele Smargiassi ci offre strumenti adeguati per superare convinzioni pregresse ed affrontare i dubbi del “ cambiamento”. Al di là della bravura nella stesura del testo che è dotto, documentato, ricco di collegamenti, intuizioni, esemplificazioni anche legate al quotidiano, testo che è colto e colloquiale allo stesso tempo, chiaro, fluido, con un ritmo a volte largo altre incalzante, insomma un testo decisamente riuscito, il grande merito che attribuisco a Michele è proprio quello di aver messo a punto un efficacissimo vaccino in un momento di grande bisogno. La pandemia ideologica sulla manipolazione, sull’ aderenza alla realtà, sulla credibilità, sull’eticità della fotografia che si è scatenata con l’avvento del digitale aveva bisogno di un fermo e strumenti per debellarla e ritengo che il vaccino di Michele dovrebbe essere somministrato come testo obbligatorio non solo agli addetti ai lavori, ma anche nelle scuole per far crescere degli anticorpi che permettano di decodificare e quindi leggere i messaggi, gli scritti fotografici “nella giusta prospettiva”. >>
Ho chiesto un parere anche a Claudio Pastrone,
quale Direttore del Centro Italiano della Fotografia d'Autore a Bibbiena.
Questo il suo entusiasta parere:
<< Caro Luca,
Man mano che procedo nella lettura di "Un autentica bugia" di Michele Smargiassi, l'entusiasmo,
che provai, quando appena ricevutolo, ne lessi prima l'indice, poi le citazioni che accompagnano i titoli dei capitoli, ed infine le prime pagine, si rafforza.
Il libro è avvincente come un giallo, appassionante come un romanzo,
di facile lettura e informativo come un pezzo di cronaca, profondo come un saggio filosofico.
E in più è divertente: in quasi tutte le pagine la citazione ironica, l'aneddoto curioso riescono a rendere leggera e suggestiva anche la riflessione più complessa. Che io sappia non esiste un altro testo che affronta il tema del rapporto tra fotografia e fotografato in termini così esaustivi.
Mi auguro che i tanti, che tante parole faziose e banali hanno speso nel dibattito
riemerso con forza all'arrivo della fotografia digitale,
rimisurino, leggendolo,le proprie convinzioni.
D'altra parte è un testo di riferimento che dovrebbe entrare a far parte della biblioteca
di tutti coloro che frequentano la fotografia in modo non superficiale. >>