Testi » Riflessioni » Scheda Articolo

Il sorriso dell'acrobata.
Autore: Fulvio Bortolozzo
- Pubblicato il 06/01/14 - Categoria
Riflessioni
Lassù nel cielo dello chapiteau, appeso ad un trapezio, volteggia
con il sorriso sulle labbra. Tutto quello che fa sembra che stia
accadendo così, spontaneamente, senza sforzo. L'acrobata sfida le leggi
della fisica per evocare nella mente dello spettatore emozioni e
sensazioni forti: leggerezza, armonia, libertà, vitalità. Il compimento
perfetto dell'esercizio scatena l'applauso. Se però il pubblico potesse
osservare più da vicino l'acrobata al termine dello spettacolo, quando
il suo sorriso si è ormai spento, vedrebbe chiaramente su quel corpo
atletico i segni lasciati dal sudore, dalla fatica, dall'esercizio
continuo e duro a cui si sottopone quotidianamente per donare pochi
minuti di illusione. Nulla di spontaneo quindi, ma tutto frutto di
applicazione, perseveranza, di errori compiuti più e più volte fino ad
eliminarli. Anche nel fotografico ogni lavoro coerente non capita per
fortuna, non è il frutto di chissà quale felice ispirazione o di grazia
miracolosa. Ci vuole tantissimo lavoro per recuperare l'illusione della
spontaneità, dell'innocenza infantile. Tanti errori nelle procedure, ché sempre di performance si
tratta come per l'acrobata, da limare uno dopo l'altro fino a farli
scomparire tutti, o quasi. A completare l'opera, il sorriso non va
dimenticato. Suggella un lavoro ben fatto e lo rende apparentemente
semplice come bere un bicchier d'acqua agli occhi di chi si fa, o vuole
farsi, ingannare. Il sorriso dell'acrobata.