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Francesco Pignatelli, Translations
Autore: Fotografia Italiana
- Pubblicato il 13/03/09 - Categoria Mostre
Francesco Pignatelli ha fatto un nuovo passo nella sua ricerca intorno alle specificità del linguaggio fotografico, un passo come al solito imprevisto e inaspettato, se pensiamo alle opere a cui ci aveva abituato.
Vediamo ora una serie di lavori che a prima vista ci sembrano fotografie astratte, schemi grigi su fondo nero, non lontane dal richiamare certa pittura severamente monocroma. In realtà, ogni schema, ogni rapporto fra forme astratte, nasconde, è il caso di dire, un’immagine: quella che l’artista ha trovato su Internet. Si tratta perciò di tecnologia digitale, la fonte della ricerca è un universo iconico da cui l’artista ha estratto alcuni frammenti e ne ha mostrato, è il caso di dirlo, la struttura segreta.
Ogni pixel, infatti, e perciò ogni parte dell’immagine, viene tradotta dalla macchina digitale in un sistema numerico esadecimale, una struttura di numeri e lettere a cui corrispondono determinati colori. Tutto il visibile viene cosi tradotto in tale sistema, e ogni immagine si trova ad avere una struttura alfanumerica, che è propriamente quella messa in luce da Pignatelli. Si tratta di una scoperta che l’artista stesso ha compiuto elaborando le immagini in vista della stampa, e sulla quale ha fondato la nuova ricerca. Il processo implica che i segni iconici diventino lettere e numeri, elementi di una scrittura misteriosa a cui non di meno corrispondono immagini riconoscibili. Il processo è tecnicamente del tutto comprensibile, ma l’artista ha voluto interpretarlo poeticamente, ed ha per questo accentuato l’intrinseco elemento di mistero. Il risultato è altamente enigmatico: superfici interamente nere solcate da strisce o rettangoli bianchi, composti da lettere e numeri assiepati. Ad ogni opera corrisponde un titolo, e questo chiama in causa verità universali, sentimenti o situazioni che riguardano tutti gli esseri umani: la morte, la vita, la guerra, la pace…
Quali siano state le immagini che Pignatelli ha trovato su Internet, e come le abbia associate a quei titoli non è dato sapere, e in fondo non ci interessa. Tutto si è ormai trasformato in sequenze di numeri e parole: la disposizione grafica di questi organizza le superfici in modi sempre diversi, ciascuno assegnato a quel titolo e a quel contenuto solo come traccia mnemonica.
Proprio questa traccia è chiamata in causa a qualificare la nuova serie di opere di Pignatelli: essa vale come stimolo per lo spettatore, che è invitato a leggere nell’opera ciò che vuole vedere, ad associare, se vuole, quella particolare tessitura di segni al tema assegnato dall’artista, o ad assegnarne un altro. Il testo da misterioso si fa aperto, compiendo cosi il percorso di “traduzione” in cui l’artista si è impegnato (da Internet alla galleria d’arte, e dal particolare dell’immagine alla generalità del significato). Del resto, lo insegna la storia dell’arte contemporanea: solo il colore puro, o nel nostro caso la scelta radicale fra bianchi e neri, solo la pura geometria, intesa come schema da cui discende ogni forma possibile, e il linguaggio declinato come puro elenco di numeri e lettere, solo questo azzeramento generale del linguaggio può veicolare quei contenuti universali che l’artista intende riattualizzare. (Giorgio Verzotti)
La mostra è a cura di Giorgio Verzotti.
Catalogo disponibile in galleria.
Si potrà visitare fino a venerdì 27 marzo 2009.
Orari di accesso per il pubblico: da martedì a sabato, dalle 15.00 alle 19.00.
Chiuso domenica e lunedì.
FOTOGRAFIA ITALIANA arte contemporanea, Corso Venezia 22, 20121 Milano
Per informazioni contattare:
Ufficio Stampa
Sara Zolla
tel. 02 784100
fax 02 77809369
press@fotografiaitaliana.com
www.fotografiaitaliana.com
Vediamo ora una serie di lavori che a prima vista ci sembrano fotografie astratte, schemi grigi su fondo nero, non lontane dal richiamare certa pittura severamente monocroma. In realtà, ogni schema, ogni rapporto fra forme astratte, nasconde, è il caso di dire, un’immagine: quella che l’artista ha trovato su Internet. Si tratta perciò di tecnologia digitale, la fonte della ricerca è un universo iconico da cui l’artista ha estratto alcuni frammenti e ne ha mostrato, è il caso di dirlo, la struttura segreta.
Ogni pixel, infatti, e perciò ogni parte dell’immagine, viene tradotta dalla macchina digitale in un sistema numerico esadecimale, una struttura di numeri e lettere a cui corrispondono determinati colori. Tutto il visibile viene cosi tradotto in tale sistema, e ogni immagine si trova ad avere una struttura alfanumerica, che è propriamente quella messa in luce da Pignatelli. Si tratta di una scoperta che l’artista stesso ha compiuto elaborando le immagini in vista della stampa, e sulla quale ha fondato la nuova ricerca. Il processo implica che i segni iconici diventino lettere e numeri, elementi di una scrittura misteriosa a cui non di meno corrispondono immagini riconoscibili. Il processo è tecnicamente del tutto comprensibile, ma l’artista ha voluto interpretarlo poeticamente, ed ha per questo accentuato l’intrinseco elemento di mistero. Il risultato è altamente enigmatico: superfici interamente nere solcate da strisce o rettangoli bianchi, composti da lettere e numeri assiepati. Ad ogni opera corrisponde un titolo, e questo chiama in causa verità universali, sentimenti o situazioni che riguardano tutti gli esseri umani: la morte, la vita, la guerra, la pace…
Quali siano state le immagini che Pignatelli ha trovato su Internet, e come le abbia associate a quei titoli non è dato sapere, e in fondo non ci interessa. Tutto si è ormai trasformato in sequenze di numeri e parole: la disposizione grafica di questi organizza le superfici in modi sempre diversi, ciascuno assegnato a quel titolo e a quel contenuto solo come traccia mnemonica.
Proprio questa traccia è chiamata in causa a qualificare la nuova serie di opere di Pignatelli: essa vale come stimolo per lo spettatore, che è invitato a leggere nell’opera ciò che vuole vedere, ad associare, se vuole, quella particolare tessitura di segni al tema assegnato dall’artista, o ad assegnarne un altro. Il testo da misterioso si fa aperto, compiendo cosi il percorso di “traduzione” in cui l’artista si è impegnato (da Internet alla galleria d’arte, e dal particolare dell’immagine alla generalità del significato). Del resto, lo insegna la storia dell’arte contemporanea: solo il colore puro, o nel nostro caso la scelta radicale fra bianchi e neri, solo la pura geometria, intesa come schema da cui discende ogni forma possibile, e il linguaggio declinato come puro elenco di numeri e lettere, solo questo azzeramento generale del linguaggio può veicolare quei contenuti universali che l’artista intende riattualizzare. (Giorgio Verzotti)
La mostra è a cura di Giorgio Verzotti.
Catalogo disponibile in galleria.
Si potrà visitare fino a venerdì 27 marzo 2009.
Orari di accesso per il pubblico: da martedì a sabato, dalle 15.00 alle 19.00.
Chiuso domenica e lunedì.
FOTOGRAFIA ITALIANA arte contemporanea, Corso Venezia 22, 20121 Milano
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